fatte in interviste, il tutto viene rielaborato nell’apodittico riassunto sintetico della frase “Non c’è nulla più comico dell’infelicità”
Respiro, aperto da un cumulo di macerie con la vita che appare nei suoi momenti cardine dei primi vagiti e degli ultimi rantoli in un mondo totalmente dissestato e alieno all’umanità, seguendo la lezione letteraria proposta dal decadentismo e dell’esistenzialismo.
Improvviso dell'Ohio scritto in occasione di una richiesta celebrativa con il pirandelliano sdoppiamento del protagonista nella figura del Lettore-Ascoltatore che riferendo di una vicenda drammatica e dolorosa, nell’ascoltarsi della voce narrante ottiene sollievo dal dolore assurdo dell’umana tragedia rappresentata nello scacco esistenziale dell’assenza di una moglie misteriosamente introvabile.
Atto senza parole in una breve sequenza appare un individuo desolato che riesce a trovare pace e dignità nel totale solipsismo
L’ultimo nastro di Krapp corrisponde al secondo atto in cui lo stesso Mauri (il primo in Italia che con la Compagnia dei Quattro mise in scena il testo beckettiano), oggi dialoga con la voce di trentenne registrata in una bobina nel silenzio notturno di un teatro cinquantuno anni fa, affiorano a galla sbiaditi ricordi e sentimenti atavici.
Le traduzioni degli indimenticabili scrittori torinesi Fruttero e Lucentini danno lustro ad una recitazione senza fronzoli e imperfezioni dei due attori-autori che hanno interpretato le vicende inscenate con eccezionale curatezza di costumi, ambientazioni ed effetti scenici (come s’intuisce già dal prologo quando uscendo da due bidoni introducono gli spettatori in universo magmatico e alienante)
di Andrea Novarino